LA DAMA AZZURRA

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CAPITOLO PRIMO

IL FEUDO DI AZZURRONIA

 

Correva l'anno 1505, quando i segnali di imminenti nubi minacciose si stavano addensando sul destino del piccolo feudo di Azzurronia. Le truppe Aragonesi del Re Maximus stavano marciando spedite attraverso i colli appenninici e presto sarebbero giunte ai confini del piccolo regno.

A quel tempo regnava incontrastata Principessa Azzurra,che era salita al trono grazie alla fedeltà incondizionata della cugina Lady Masciarina, la cui abilità sapiente nell'intessere relazioni proficue con il vicinato aveva fatto in modo di attrarre i servizi belligeranti del Duca Lantitentecco, uomo schivo , ma di grandi e valenti doti strategiche ed armigere.

Fu così, che sbaragliando il contendente quale il terribile capo clan barbarico Basilisco detto “ Il Tiranno”, in una mite mattinata primaverile Principessa Azzurra salì al trono accompagnata da una festante folla popolana, che gettava petali di fiordalisi e plumbago, durante il suo maestoso incedere verso il castello.

Il feudo di Azzurronia sorgeva tra pianori coltivati a cereali e costellati da rigogliosi frutteti e nondimeno era stuato in una posizione strategica al crocevia dei traffici di stoffe e di spezie provenienti dall'oriente, rappresentando l'unica isola felice e protetta dagli onerosi dazi imposti dalla Serenissima e dalla Repubblica Genovese.

Particolarmente degna di nota era l'Accademia delle Scienze, che la Sovrana aveva affidato all'ingegno funambolico dell'alchimista eccentrico Mistefolus Focus, impegnato a progettare complessi sistemi idrici di irrigazione e ossessionato dalla ricerca di un elisir magico capace di provocare l'istantanea ricrescita dei capelli.

Ad ogni buon conto, l'economia fiorente del feudo era assicurata da un tempo non imperversato da sanguinosi conflitti, eccezion fatta da sporadiche scorribande e atti di brigantaggio portati a segno dal temibile Lestofante Pellaccia, che, bandito dal regno di Trinacria, aveva trovato rifugio tra le colline del Feudo di Azzurronia, dedicandosi ad ogni sorta di malefatta e stabilendo il suo covo segreto nella gola di Fossastra incastonata tra le montagne rocciose.

La vita, dunque, scorreva felice nel castello di Azzurronia tra suntuosi banchetti e balli principeschi in una atmosfera avvolta da invitanti bustini, da gonne con pieghe vaporose, da scollature generose e incipriate, da morbidi chignon impreziositi con treccine finemente elaborate, dallo sfavillio di preziose gemme.

Per davvero il regno di Azzurronia era dominato dalla presenza egemonizzante femminile ad ogni livello, tanto che le decisioni politiche di corte erano assunte dalla Principessa Azzurra con i sagaci consigli della cugina Lady Masciarina.

Le sembianze della Sovrana e della consigliera nobildonna tradivano origini isolane, le cui bellezze riportavano a discendenze catalane per la prima e a natali moreschi per la seconda.

L'ambiente cortigiano, poi, era arricchitto da altre nobildonne, che trascorrevano il loro tempo in conversazioni intriganti e nella preparazione febbricitante di rocambolesche feste ; tali erano l'esile Baronessa Zuccherina, la acuta Lady Orecchietta e la meditabonda Lady Roseline. Di certo non mancava anche il buffo giullare di corte, impegnato ad escogitare nuovi giochi magici e acrobazie improbabili, qual era il dileggiante Dragotto.

La guardia reale era affidata alle cure dell'Armigero Sinfonico, il quale, sebbene fosse un fromboliere caduto in disgrazia nell'esercito papale, era divenuto vincitore della famosa Giostra dei “ Villici” , guadagnandosi i favori di corte per la sua oculataezza nel predisporre sistemi di guardianaggio a difesa degli spalti : unico difetto la sua insaziabile voracità per i dolciumi, che provocava misteriose sparizioni di golosi bomboloni dalle cucine regali.

A motivo di questa passione sfrenata per le cibarie, le strategie armigere erano anche affidate all'arguzia di un'altra nobildonna dal fiero portamento e alquanto impavido, che contraddistingueva Lady Baldanzosa.

A questo punto si chiederà il lettore quale identità misteriosa celi il Cavaliere Errante ? Quale ruolo segreto avrà nelle vicende del Feudo? Sarà forse Lui l'insperato paladino a difesa del castello di Azzurronia?

Sprecate pure i vostri vaticini, arrovellatevi in congetture, disegnate trame eroiche, ma non è ancora giunto il momento di svelare l'arcano, di aprire il cassettino invisibile posto sotto il carillon, far scattare il meccanismo a molla che apre le porte del passaggio segreto.

Ritorniamo, dunque, alla corte e alla notizia dell'imminente e minaccioso arrivo del Re Maximus, che giunse per mezzo di una ambasciata, con la quale veniva riferito che il Regno Aragonese chiedeva la resa del piccolo feudo, a meno che non fossero esaudite talune condizioni.

La principessa Azzurra, come se avesse annusato l'oscuro presagio, se ne stava sul davanzale dell'enorme vetrata con atteggiamento ondivago.

Fasciata in un corpetto di mussola azzurra finemente ricamato, ebbe un sussulto quando le porte del salone regale si aprirono sbattendo in un rumore assordante.

Lady Masciarina con fare concitato << Pricipessa Azzurra è arrivato un armigero aragonese e chiede udienza in quanto ha una importante ambasciata da parte del re Maximus >>;

La Pincipessa rispose con calma serafica << Lo aspettavo e me lo sentivo, stamattina ero indecisa sull'abito da indossare... e indecisioni di tal portata recano con sé sempre sventure . Cugina non perdiamo tempo! Sentiamo che cosa vuole l'odiato aragonese . Convoca anche Lady Baldanza nel salone delle Guerre, in quanto un servitore mi ha riferito che Armigero Sinfonico è alle prese con l'ennesima indegestione... Quello scapestrato lo rimando a tirar di fionda!!! >>.

Quali sventure si appropinqueranno per il regno? Quali condizioni capestro verranno dettate dal Re Aragonese per la resa ? In lontananza fagocitato da una una nube di polvere, un misterioso cavaliere Errante in groppa ad un fiero destriero nero galloppava senza risparmiare le forze, con lo scopo di raggiungere una meta misteriosa.....

 

CAPITOLO SECONDO

IL TRANELLO DI MISTOFELUS FOCUS

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L'ora tarda era rischiarata dalla baluginante luce lunare, che saettava, come magiche ombre cinesi, figure geometriche inconsuete contro i torrioni e le guglie del castello di Azzurronia.

L'intero maniero era avvolto nella quiete notturana, sebbene l'ambasciata del Re Maximus avesse gettato lo scompiglio a corte.

Tuttavia, un tremolante bagliore rossastro si intravedeva da una finestrella, posta nella ala est. Là imperava il regno dell'eccentrico Mistofelus Focus; un mondo intriso di studi scientifici e di esplorazioni della volta celeste, ma anche di esperimenti alchemici arditi e di pozioni magiche dagli effetti misteriosi.

Mistofelus Focus era uomo sapiente e molto riservato, che si era formato nelle scienze empiriche alla famosa scuola Umbra. Tacciato di essere eretico per la sua diffusione della filosofia aristotelica, aveva riparato nel regno di Azzurronia, suscitando i favori della Regina Azzurra, ma anche l'ilarità della Corte per la sua passione smodata nel campo del rafforzamento tricologico del cuoio capelluto.

Mistofelus Focus si intratteneva spesso in conversazioni dotte nel campo della scienza medica con Lady Orecchietta, che aveva appreso i primi rudimenti della medicina e concertavano spesso miscugli di erbe officinali aventi effetti benefici.

Alla fioca luce di una minuscola bugia, Mistofelus Focus era intento a scrutare attentamente la costellazione di Orione e il suo volto era pieno di meraviglia per la particolare lucentezza degli astri.

Un rintocco sordo alla porta, lo destò da quell'estasi universale : << Chi a codesta ora mi importuna? >>. Ecco entrare La Principessa Azzurra , accompagnata da Lady Masciarina << Misofelus Focus sono io Azzurra La Principessa, forse conferire con me non vale più che una sbirciatina al cielo notturno? >>. Il crescente imbarazzo dell'alchemico rese il suo viso di un rosso rutilante << Di grazia, chiedo venia Dama Azzurra. >> ( l'appellativo Dama era consentito e tollerato solamente se proferito dai più stretti collaboratori regali ) << … ma quale urgenza indifferibile fa precipitare Sua Altezza nel cuore della notte nel mio modesto studiolo? >>.

Lad Masciarina con piglio intervenne nella conversazione << Insomma Mistofelus Focus !! Se ogni tanto metteste il Suo naso fuori da questo antro polveroso, si sarebbe accorto della grave emergenza che allarma il regno. Il Re Maximus è in procinto di invadere il feudo e se le cose restano in tal modo le sue stelle le vedrà dall'inferriata di una segreta >> L'alchemico ribattè << Ogni cosa a suo tempo. Alla minaccia si risponde con arguzia. Vi rammento la mia ultima modifica al “ fuoco greco “ arricchita della polverina pruriginante estratta dalla Urtica Dioica che ha permesso al Duca Latitantecco di sbaragliare con le sue catapulte l'esercito di Basilisco : le sue truppe si stanno grattando ancora adesso!!! >>.

La principessa Azzurra per niente rassicurata disse << Dotto Maestro non ho certo bisogno di ricorrere a stratagemmi per oppormi a simile tirannia, in ogni caso voglio evitare lotte cruente e penso che il fascino femminile sia la più grande arma messa a disposizione per ottenere ogni vittoria >> Con fierezza la dama Azzurra riprese << Ad ogni buon conto pensavo di invitare il re Maximus ad un maestoso ballo a palazzo e con qualche Suo intruglio persuaderlo a desistere dalle sue intenzioni bellicose >>,

Gli occhi dell'alchemico si illuminarono... succedeva sempre così quando era in procinto di adoperare alambicchi e di produrre distillati fumosi << Uhm … una pozione capace a ridurre il re ad un fanciullo solo interessato ai cavallucci a dondolo... ehehehe divertente. Vediamo un po'...>> Mestofelicus prese dallo scaffale il famoso manoscritto “ De Anima Incantantoribus “ << Ecco si … trovata !! una pozione che fa regredire ad infanti. Molti ingredienti e alcuni di difficile reperimento. Domani mi consulterò subito con Lady Orecchietta … >>.

<<Bene allora è deciso >> soggiunse la principessa Azzurra << nel frattempo conferiremo con la Baronessa Zuccherina e Lady Roseline , affinchè approntino il ricevimento. Manderemo una ambasciata al re invitandolo a corte... Speriamo che quel mangione a tradimento di Armigero Sinfonicus si sia ripreso dalle turbolenze gastriche >>.

L'uscio dello studiolo si chiuse alle spalle delle due nobildonne, e l'alchemico tornò alla sua osservazione celeste, quando improvvisamente un sibilo improvviso fece spegnere la fiamma della piccola bugia. Un chiarore si proiettò sullo scaffale ingombro di ampolle e di altre carabattole. << Mi sembrava strano che non facessi la tua comparsa spettro dei miei stivali!!!! >> imprecò l'alchemico . << Sempre scontroso !!! Ti trasformeresti in un vecchio vegliardo se non ci fossi io a movimentarti le giornate >> Una voce cavernosa eccheggiò dal'opalescenza della luce , che a poco a poco prese le forme di un uomo vestito di una cottardita vermiglia e un mantello ampio. Era lo spettro del cavalier Maxibonus, uomo che era stato ardito e giocoso, tanto da trovare le ragioni del suo trapasso nel tentativo di imitare Icaro dalle guglie del castello. Si era sfracellato al suolo , dopo che le ali artificiali confezionate in cuoio e lino si erano afflosciate al primo movimento alare. Dopo l'evento tragico, il Cavaliere Maxibonus vagava tra le stanze del castello, ma era visibile solo all'alchemico con il quale divideva la passione per la scienza.

Il fantasma continuò nei suoi avvertimenti << Per tutti gli alisei che a me non furono propizi, sai bene che quella pozione nominata include ingredienti, quasi introvabili e che le dosi da miscelare devono essere esatte all'oncia . Mi riferisco in primis alla rarissima pianta della welwitischia mirabilis, che si trova solamente nella gola di Fossastra presidiata dal temibile bandito Lestofante Pellaccia. E che dire dell'opale xiloide arboreus ( detto così per la presenza degli anelli concentrici tipici della crescita degli alberi ) dove lo troverai se non nelle miniere Ombrose ? Ahahahhaa riderò di gusto per il tuo fallimento imminente !!!! >>. L'alchemico sbottò << Taci simil spettro alato caduto miseramente dal tuo nido. I perigli sono il mio pane e invece di deridere cerca di darmi una mano>>.

L'animo tormentato della Dama Azzurra trovava pace solamente all'alba , quando amava cavalcare in groppa alla sua maestosa giumenta Asia sui pendii erbosi del feudo sino a raggiungere la cima del Colle Eremo . Alla vetta la Principessa Azzurra lasciava la calvatura e guardava con intensità il cielo a poco a poco rischiararsi nelle sue tinte mattutine Il Suo animo generoso e vivace traeva forza ogni volta dalla dalla bellezza del creato. Anche quella mattina La dama Azzurra si era fermata attonita a scrutare l'orizzonte colorato da tonalità rosee e guardando i cirri gonfi e lanugginosi rifletteva sulle sorti del regno, quando improvvisamente un turbinio di fogliame proveniente dal vicino boschetto la fece trasalire. Si stagliava di fronte a sé la figura statuaria di un cavaliere, il cui viso aveva tratti affilati e duri per i segni delle intemperie, ma al contempo affascinanti e misteriosi per l'intensità dello sguardo.

Il cavaliere si parò innanzi alla Dama Azzurra senza proferire parola, ma fissando il volto della Sovrana con aria indagatrice.

La Principessa disse << chi siete Messere? Come osate piombare qui all'improvviso e con fare baldanzoso? >>.

Il cavalere Errante non rispose, ma trovava i lineamenti della Principessa così soavemente attrattivi e il suo disappunto la rendeva ancora più desiderabile per il rossore delle gote e le labbra appena socchiuse.

Il cavaliere si sporse dalla cavalcatura e porse alla Principessa il suo fazzoletto di seta << Lei sa di buono … >>. Non proferì altra parola e scomparve in un baleno dietro la collina. La Principessa rimase immobile guardando le nuvole di polvere dissolversi e serrando nella mano il fazzoletto perduto.

Il Castello si svegliò nel trambusto più totale , due uomini si rincorrevano come forsennati nella piazza antistante il corpo di guardia. << Corri … Corri intanto ti acchiappo omuncolo dalla calzamaglia verde !!!! >> Armigero Sinfonico gridava a squarciagola al'indirizzo di un messere , che si muoveva a grandi balzi , pernacchiando di tanto in tanto e di rimando canzonando << Sinfonico a muover la lancia non riesce per il ballonzolar della sua pancia!!! >> . Dragoncello aveva compiuto un tiro mancino all'armigero, farcendo i bomboloni con una crema emulsionata di un potente lassativo ed era quella la ragione dei terribili disordini intestinali dell'Armigero.

Intanto, lady Orecchietta era andata a consultare l'alchimista sul da farsi per preparare la pozione e le dame di corte si sarebbero presto incontrate per confabulare i dettagli del gran ballo; confabulazioni ovviamente condite da conversazioni civettuole.

 

CAPITOLO TERZO

LE DAME DI CORTE

<< Credo che indosserò il corpetto verde acquistato l'altro giorno da Messere Sesontius >>, disse con aria distratta Lady Roseline,

<<Ahhh quel mercante da strapazzo!!!!! Mi voleva far passare un velluto ritorto come espressione della massima tessitura fiorentina : la sua qualità era talmente infima che neppure lo scudiero lo avrebbe utilizzato per bardare un destriero >>. Ribatté con risentimento la Duchessa Zuccherina.

<< Beata Lady Baldanzosa che non ha di queste pene. Lei indossa abiti guerreschi, che certo non hanno l'ardire di catturare sguardi indiscreti>> Soggiunse Lady Masciarina.

<< Ehh nonostante tutto sotto l'abito si nasconde il cuore di una dama e qualcuno credo che abbia più di una attenzione per Lei e si sa che le pieghe di una tunica svolazzano volentieri >>. replicò con malizia Lady Sidera mentre era intenta a confezionare l'ennesima orditura con il proprio tombolo.

<< Che volete lasciar intendere lady Sidera ? Forse qualche tenebroso armigero ha impresso le sue iniziali sulla propria palandrana? >> con occhi vispi la Baronessa Zuccherina interrogò la sua interlocutrice .

<< Che armigero !!! è un musico valente, un certo Messer Panchinarus da Bled. E' arrivato a Palazzo per dirigere gli orchestranti per l'imminente ballo. Li ho visti furtivi l'altra sera appartarsi tra le siepi di bosso. Avresti dovuto vedere come Lady Baldanza faceva la svenevole alle sue lusinghe>> puntualizzò Lady Sidera.

Risatine e bisbigli di segreti inconfessabili invadevano il Salone delle Muse, che si trovava nella parte centrale del Palazzo ed era arricchito da divanetti in noce con intarsi in madreperla e finemente intagliati con scene di putti soavi e foglie di acanto.

Inutile a dirsi che i tessuti della mobilia e i tendaggi richiamavano geometrie arabesche dalle forti tinte “ azulecos”.

L'ambiente sfarzoso e confortevole era la perfetta cornice del quadretto di dame intente al chiacchericcio, come il lettore avrà ben arguito.

In quel salone gli argomenti vivissimi di schermaglie amorose, di trepidanti attese, di messaggi segreti e di passioni azzardate erano questioni dibattute dalle nobildonne con una certa dovizia di particolari, che al confronto la casata dei Borgia sarebbe potuta passare per una combriccola di asceti.

La più sfrontata nel raccontare torbide passioni era Lady Perigliosa da Donchester , nobildonna che si era insediata con un certo parapiglia alla Corte del Duca Goffredo per avere sedotto il Consigliere del casato del Dorset. D'altronde, come poter dare torto al notabile anglosassone, ammaliato dai lunghi capelli increspati color cannella di Lady Perigliosa, che facevano da contrappunto alla sua carnagione di porcellana graziosamente cosparsa di piccole efelidi. La nobildonna era stata bandita dalla Contea per la sua dimestichezza a concupire il notabile e aveva riparato nel feudo di Azzurronia, grazie alla sua lontana parentela con Lady Roseline.

Lady Perigliosa fece la sua comparsa nel salone tutta trafelata, attirando l'attenzione repentina di tutto il consesso femminile, che all'unisono voltò di scatto verso di essa le chiome imbellettate, come armigeri sull'attenti al comando del loro capitano. << Avete sentito dell'incontro della Principessa con il misterioso Cavaliere Errante? >> disse Lady Perigliosa in un sorriso furbesco .

Di rimando Lady Sidera << Capirete che annuncio!!!! lo sa persino il prigioniero messo alla gogna stamattina >>.

<< quello che non sapete è una lettera recapitata in gran segreto alla Principessa, il cui autore non può che essere il Cavaliere Errante>> soggiunse Lady Perigliosa.

Ancora una volta in un sol vocalizzare le dame esternarono la loro meraviglia come fanciulle che scorgono per la prima volta il fioccare fitto della neve.

<< e di grazia, da quale particolare si evincerebbe la sicurezza della provenienza di tale missiva ? E come fate a sapere il benché minimo contenuto di essa, impertinente anglosassone, dal momento che la corrispondenza della Principessa non può essere trafugata neppure per una rapida lettura? >> domandò senza indugio la Baronessa Zuccherina.

<< si dà il caso che ebbi a passare nella sua stanza per domandare alcuni dettagli del ballo e scorsi sullo scrittoio la lettera galeotta , già consunta per l'assidua lettura. Non rammento le parole esatte , ma pressapoco aveva il seguente tenore >> . Lady Perigliosa emise un profondo respiro, quasi a voler reclamare la massima tensione delle corde vocali per l'importanza della declamazione .

Il turbinio del vento avvolge i tuoi lineamenti delicati sulla cavalcatura maestosa,

Come in una giornata primaverile i miei sensi s'inebriano dei sentori dell'aria tiepida, lascia che le mie mani si avvinghino delicatamente ai tuoi capelli per saggiarne la consistenza della seta,

Come l'impronta dell'indice tradisce ineluttabilmente la nostra identità, lascia che le mie dita trasmettano alla mia memoria la traccia indelebile delle tue labbra;

Come il navigante stretto nella tempesta agogna il chiarore della torre di guardia sul promontorio, lascia che i miei occhi bevano ogni tuo corpuscolo smeraldino infisso sulla tua iride.

Oh dama azzurra non indugiare, corri da me e sprofonda in questo oblio di passione, Le mie mani sapienti sapranno orchestrare attentamente ogni tua nota corporea in un effluvio armonico senza tempo,

I miei occhi scorgeranno veli che lasceranno presagire, scivolando, le rotondità corporee agognate,

Io saprò infondere nelle tue membra il calore del fuoco e la tenerezza di ninfee dondolanti sull'acqua,

L'amore sarà una sempiterna parentesi aperta verso l'orizzonte azzurro dei tuoi pensieri, che immoti e tremolanti aleggeranno sopra il nostro abbraccio

Firmato Tuo Cavaliere Errante “

<< Per tutti i ducati del Re Luigi !!!!, questo cavaliere non è certo un ribaldo nell'usar le parole, chissà come l'ha presa la Principessa Azzurra?>> esclamò Lady Sidera.

Mentre tutte le dame si interrogavano sulla nascita del misterioso intreccio amoroso, il gran ciambellano Birbantinus, annunciò che sarebbe stato servito uno spuntino ricco di dolciumi vari : canditi, paste , pinocchiate , sontuosi dolcetti di marzapane, sui quali le fameliche dame si avventarono come un branco di cani alla ricerca affannosa di stanare la loro preda.

<< Suvvia!! un po' di contegno . Lor Dame converranno che stracciarsi le vesti per due dolcetti non si addice al Vostro lignaggio >> echeggiò la voce di Donna Orchidea.

La vivandiera del palazzo era l'assoluta ed incontrastata regina delle cucine e il suo animo si infiammava non poco, quando i subalterni trasgredivano i suoi comandi. Non era raro vederla rincorrere Messer Luigino e Donna Mousse con una cucchiarella in mano, facendola dimenare minacciosamente in aria nel tentativo di assestare qualche bottarella sulla schiena altrui.

Al trambusto nel salone si contrapponeva l'ondivago silenzio regnante nella stanza della Principessa Azzurra, che, di fronte alla specchiera deliziosamente intarsiata con ghirigori dorati, prese con un lento movimento a pettinare la fluente capigliatura corvina, riflettendo sul contenuto della missiva.

Quella mattina un fanciullo del paese si era presentato al Ciambellano Birbantinus, consegnando lo scritto sigillato nella busta ceralaccata, senza fornire altre spiegazioni, se non che un Cavaliere misterioso lo aveva ricompensato con due soldi per adempiere a quell'ufficio.

Per tutta la mattinata , gli occhi della Principessa rivelavano dubbi sull'identità effimera di quel Cavaliere e , se da una parte nasceva una curiosità sfrenata nel rammentare i lineamenti del suo volto durante il fugace incontro sulla collina, dall'altra il suo animo era colmo di sdegno per aver quella figura oscura osato ai limiti della superbia nell'inviare una missiva di tal fatta

Lo sguardo trasognante della Principessa Azzurra era reso maestoso dai raggi del sole mattutino, che penetravano esitanti attraverso le bifore della stanza regale e , riflettendosi sullo specchio dorato, creavano un'atmosfera tremolante in cui le forme degli oggetti apparivano sdoppiate.

D'altronde, la Dama Azzurra era avvezza trattare simili comportamenti sfrontati con una rigida severità dettata dall'etichetta, tuttavia quell'uomo ineffabile la lasciava stranamente e piacevolmente divertita e ansiosa di provare il tocco della sua mano.

La Dama Azzurra era solita, in circostanze amletiche simili, trastullarsi nella decorazione di pregiate stoffe e , per questa ragione , si risolse a riprendere i tratti floreali di un mazzo di fiori campestri da imprimere abilmente sopra una veletta.

Ad un tratto, La dama Azzurra avvertì un impercettibile fruscio e una voce rassicurante : << Verrò al ballo ! >>.

La dama si voltò di soprassalto e vide l 'imperscrutabile viso del Cavaliere Errante : aveva tratti gentili e fieri al contempo, la sua carnagione olivastra e la capigliatura mora tradiva origini fortemente mediterranee, gli occhi erano stretti in due fessure che lasciavano gustare l' intensità selvaggia dello sguardo.

Dopo un'iniziale trasalimento, La Dama Azzurra riprese le redini dell'autocontrollo e proferì minacciosamente << Come osate introdurvi nella mia stanza privata!!! per di più accampando pretese di partecipazione ad un ballo per il quale non riceverete mai l'invito . Badate bene, io sono una nobildonna e voi un negletto a cui non è concesso l'ardire di parlarmi>>.

Tutto accade in un attimo! Forse il modo infervorato della Dama Azzurra, che la rendeva ancor più aggraziata nel viso, oppure per i suoi occhi smeraldo scintillanti di risentimento a cagione del tentativo maldestro di concupirla, fece compiere al cavaliere Errante una mossa di gran lunga più azzardata, ovvero baciare lievemente la dama, voltatasi per postulare il miserrimo contegno del suo interlocutore : un bacio appena accennato sul collo sopra il filo di perle .

Il gesto inconsulto lasciò la Dama impreparata ad una reazione e il cavaliere con un balzo fulmineo scomparve nella luce del giorno.

Con un respiro affannoso la dama portò la sua mano a toccare il punto esatto dove le labbra avevano sfiorato la sua carnagione, quasi a volere trattenerne l'essenza di quel gesto.

L'afflato principesco di un ballo vorticoso con il suo Cavaliere Errante, fu bruscamente interrotto dall'entrata di lady Orecchietta << Dama Azzurra è quasi tutto a puntino... Ho conferito con Mefistofulus Focus e abbiamo reperito quasi tutti gli ingredienti per la pozione “ fanciullesca”e l'Armigero Sinfonico sta partendo con un manipolo di armigeri alla volta della Gola di Fossastra per pugnare contro Lestofante Pellaccia e sottrargli il fiore rarissimo della welwitischia mirabilis. >>.

Riavutasi, La Dama Azzurra prontamente rispose << Grazie per i suoi servigi lady Oerecchietta, è il momento di mostrare la forza del regno di Azzurronia al bellimbusto aragonese >>

Frattanto nel Ducato di Latitantia, il Duca Latitantecco era infervorato per l'arrivo di Messere Sesontius, al quale aveva commissionato con grande oculatezza la confezione dell'abito, che avrebbe indossato l'ignara Lady Masciarina .

Il Duca infatti si era perdutamente invaghito della sua bellezza trinacria e aveva deciso di strabiliare la nobildonna con un regalo sfarzoso per fare colpo sulla stessa.

<< Ecco Sua eccellenza ! >> esordì Messere Sesontius << proprio come Lei aveva ordinato. … Guardi la qualità del velluto nero controtagliato, arricchito dalle ombre delle tessiture argentee che lasciano ben in evidenza il motivo del melograno . E che dire del corpetto ? Liscio e rigido come la più recente moda iberica impone . Non parliamo dei dettagli : bottoni d'oro per la camicia e la reticella anch'essa d'oro impreziosita di perle per lasciar solo intravedere cosa si nasconde sotto la scollatura >>

<< Si..Si ho visto Messere, e ho capito che siete anche un insidioso mercante. Quindi bando a parole vezzose ! andate pure dallo scrivano a farvi saldare il dovuto, altrimenti dovrò pagare un sovraprezzo per ogni parola di elogio del tessuto che esce dalla sua bocca >>.

 

CAPITOLO QUARTO

UN ROMPICAPO PER LA DAMA AZZURRA

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Tra le verdeggianti colline di Azzurronia faceva oramai capolino il pallido chiarore dell'alba, quando uno sparuto manipolo di armigeri, capitanato da Lady Baldanzosa, avanzava stancamente sopra il ciottolato, che si inerpicava sino alla gola di Fossastra.

Sui dirupi scoscesi di quell'aspro paesaggio, si ergeva l'accampamento del temibile Lestofante Pellaccia, il cui fidato attendente il ribaldo Banditus se ne stava acquattato dietro un terrapieno insieme ad una accozzaglia di taglia gole, pronti a brandire gladi e pugnali ad un sol fremito del fogliame o all'udire il debole scalpitio di un destriero in lontananza.

Lady Baldanzosa era concentrata sull'obiettivo cruciale della missione, ovvero sottrarre da quella miserabile sassaia il prezioso fiore della welwitischia mirabilis; così da perfezionare l'intruglio magico escogitato da Mefistofelus Focus e Lady Orecchietta.

Il compito era arduo per la bellicosa opposizione banditesca di Lestofante Pellaccia e la Dama trovò subito conferma dei malvagi propositi del losco figuro.

Difatti, allo scorgere su una rupe del rigoglioso fiore vermiglio, Lady Baldanzosa ebbe un sussulto, allorquando un nugolo di dardi andarono a conficcarsi sul sentiero, poco prima degli zoccoli del suo destriero.

<< Chi osa avventurarsi nelle terre del mio dominio? >> echeggiò la voce cavernosa di Lestofante Pellaccia . << Inchinatevi al vessillo dell'antico delfinato avanzo di galera!!! Voi non avete potere neppure sui sassi di queste montagne e sfidarmi significherebbe per Voi perdere ogni speranza di veder sorgere il sole domani>>.

<< Ahahahahah tutto quello che sa fare il delfinato è inviare una fragile fanciulla, la cui sola arte è quella di brandire un pettinino anziché una spada >> sbeffeggiò con ghigno malefico il bandito.

Per tutta risposta, Lady Baldanzosa scagliò con veemenza il proprio fioretto , la cui lama con vibrante e metallico suono penetrò la corteccia consunta di un arbusto rinsecchito. Era il chiaro segnale di un duello all'ultimo sangue, che non avrebbe risparmiato fendenti e stoccate : Lady Baldanzosa e Lestofante Pellaccia si affrontavano con rapidi spostamenti e parevano due felini intenti a regolare una volta per tutte il loro dissidio.

Le lame guizzavano nel vento e le scintille per gli abili colpi di gladio si propagavano nell'aria elettrica e tesa, mentre gli armigeri di Azzurronia da una parte, e i briganti dall'altra, incitavano con ogni sorta di incoraggiamento i propri beniamini.

Le spade si incrociarono in un viluppo immobile, non un suono si udiva nell'ambiente circostante : i visi dei due duellanti erano ora vicini in una smorfia di fatica e gli occhi serrati in un disperato desiderio di vittoria. Ma... improvvisamente, i tratti del bandito si ingentilirono << Mia bella dama , da tanto tempo ti aspettavo... così fiera e battagliera >>. Le labbra di Pellaccia si schiusero e si appoggiarono delicatamente a quella della dama, che , frastornata, si rese conto di essere attratta da quella barba ispida e da quello sguardo beffardo. << Mia dama prendi ciò che vuoi, un tuo bacio vale molto di più di qualsiasi ricco bottino >>.

Nel castello principesco, La dama Azzurra era in forte apprensione per gli imprevedibili esiti degli eventi futuri ; se l'intruglio non avesse sortito i suoi effetti? E se il Re Maximus non avesse accettato l'invito al ballo e avesse sguainato la propria spada invece di dedicarsi al soave suono di una danza? … e poi quale destino avrebbe avuto l'incontro con il Cavaliere Errante? Forse sarebbero stati separati per sempre e rinchiusi nelle orribili segrete di qualche fortezza inespugnabile.

Quando l'animo della Dama Azzurra era tormentato da oscuri presagi o angustiato da insormontabili difficoltà, solo un uomo poteva dipanare i dubbi, dissolvere la nebbia di una mente crucciata e confortare gli occhi smeraldo rattristati.

Esisteva un luogo remoto e misterioso, dove nella beata solitudine Il Druido trascorreva il suo tempo, colmo di letture sapienti . Egli nei suoi vaticini no si affidava all'osservazione di voli migratori o a vaghe arti divinatorie, al contrario il suo giudizio traeva la forza da una sapienza “ navigata”. Egli era un vero e proprio “Magister vitae” . Di prima mattina, la Principessa spronò la sua Asia verso la località recondita.

La Dama Azzurra fissava con intensità il volto rassicurante del Druido, aspettando come una fanciulla con tremore la soluzione di una sciarada.

<< Quante volte , mia principessa, ti ho messa in guardia dalla tua impulsività, dalla tua fretta nel prendere decisioni avventate. Rammenta tutto ha un ordine e ad ogni azione corrisponde un effetto. Cionondimeno la tua fragilità è ai miei occhi una paterna attenzione e non posso esimermi dall'intervenire nella questione, sperando che i miei suggerimenti non restino inascoltati. Mia Principessa, non si dimostra la fierezza e la nobiltà del portamento con l'inganno o con la preparazione di qualche intruglio. Hai deciso di affrontare il re Maximus durante il ballo. E sia ciò come tu desideri. Ma dimostra al Re che non temi le sue armate e che sei circondata e fortificata dalla vicinanza dei regni alleati. Perciò invita al ballo tutti i regali a te cari e vedrai che il Re Maximus si convincerà che è più opportuno intessere relazioni amichevoli con il Feudo di Azzurronia , anziché iniziare una battaglia cruenta>>.

La Dama Azzurra assaporò quelle parole come quelle dolci cantilene, che inducono i fanciulli ad addormentarsi piacevolmente << Druido, tu sai sempre sanare il mio cuore dai tormenti. Metterò in pratica i tuoi preziosi consigli, ma..... ancora una domanda se mi è lecito >>.

Il Druido per nulla sorpreso << Mia Principessa, so già quale sconvolgimento alberga nel tuo cuore, un sottile desiderio che si è impresso appena al di sopra di quel filo di perle.... Ebbene , come la corolla di un girasole volge il suo sguardo verso la tiepida luce, così volgi la tua brama di tenerezza verso colui che ha compreso che il suo errare è in procinto di terminare >> .

Con il cuore gonfio di gioia , la Dama Azzurra convocò prontamente, non appena tornata al castello, lo scrivano Messer Gintonicus, uomo abile anche nell'oratoria, nonché Messer Ramon, il menestrello di corte che aveva anche compiti di emissario.

<< Gintonicus, vorrei che preparaste un invito per il gran ballo, come si conviene con tanto di stemma araldico della casata, cercando parole accattivanti, affinché tutti i regali dei feudi vicini accorrano senza indugio per partecipare all'evento. E Voi Messer Ramon recapitate in tutta fretta gli inviti >>.

I due uomini annuirono si misero all'opera.

Gintonicus preparò gli inviti che furono distribuiti, oltre a tutte le dame e i Cavalieri di corte, anche ai Regnanti vicini : dal regno di Sassonia avrebbero presenziato la Contessina Buffina con aria da colpevole da recidiva per le sue malefatte insieme a Sir Anarchicus, notabile controcorrente, la severa contrariamente all'appellativo, Baronessa Dulxblonde con Sir Bastard, la Marchesina Vania con la sua ossessione compulsiva per la cura dei giardini regali con il suo Cavaliere dotato di abilità diplomatiche Sir Simterk, la lungagnona Baronessa Lolla con il temibile Sir Selvaggio Felix, l'astuta Baronessa EvaMelis Sparentibus con il suo fido cavaliere Sir Collection amante dei luoghi lacustri.

Dal Feudo di Saxmantra sarebbero giunti il Duca Franchissimo da Bergamo con la Contessina Kristal, Lord Ciuchino con la sua Dama Memole,

Dalla Contea di Criptonitus si sarebbero presentati al cospetto la Duchessa Impetuosa e il garbato Duca Jeff.

Dal Feudo Bullonia e Puponia non sarebbero mancati il fiero Duca Cobrantibus e la nobile dama Margareth.

Dal regno Mysterius avrebbero fatto la loro apparizione il Conte Cristianesio, uomo amante delle selve e brughiere, e la imperturbabile Contessa Nigrastregonia, sospettosa al contrario delle selve oscure.

Dal Feudo Zonus sarebbe giunta la sagace Lady Vela e dal vicino Regno Paradisiaco avrebbero onorato della loro presenza il Duca Lovecally, sapiente enologo e la Duchessa dall'animo vivace Penelope.

Gintonicus non perse tempo ad illustrare il cartoncino di invito con lo stemma araldico della casata e a vergare l'altisonante partecipazione :

La Signoria Vostra è invitata alla Magione della Principessa Azzurra nell'imminente sera di plenilunio , ove in grande sfarzo si terrà un gran ballo per onorare la casata del Delfino”.

L'attesa si era oramai tramutata in una corsa al vestito da indossare, al gioiello da sfoggiare, alla capigliatura da ammirare, ma l'attenzione era anche cresciuta anche per la trepidazione di lanciare sguardi ammiccanti o di afferrare mani nei vorticosi balli.

Tutto era pronto.... anche la pozione “ fanciullesca”

stemma

 

CAPITOLO QUINTO

IL GRANDE BALLO

******

L'indomani sarebbe occorso il perigeo lunare, come aveva annunciato pomposamente Mefistofulus Focus impegnato in complessi calcoli astronomici e in assidue osservazioni telescopiche.

La Superluna abbagliante nella sua lucentezza cristallina e ammiccante nella sua forma orbitale sarebbe coincisa con la notte del grande ballo alla Corte del Feudo di Azzurronia.

Ma al caso e alle coincidenze non era solita affidarsi La Dama Azzurra, soprattutto quando nell'aria si annusava il presagio di venti procellosi, che avrebbero potuto minare la stabilità politica del regno.

Anzi, l'arguzia sottile delle mosse da impartire sullo scacchiere del feudo e i ruoli sfuggenti delle pedine non mitigavano i pensieri tremolanti della dama azzurra, che si abbandonava alla visione di terribili scenari di un regno consumato dai dazi e sottoposto ad una intollerabile sudditanza.

La dama azzurra, improvvisamente come spinta da una sorta di forza magnetica, aprì il segreter di noce da dove estrasse il prezioso fermaglio d'oro tempestato di lapislazzuli, che raffigurava mirabilmente la foglia di un quadrifoglio.

Il suo sguardo vivido e intenso si posò sulla fine cesellatura dell'orafo e la forma vegetale si tramutò nel viso beffardo del Cavaliere Errante .

<< Se al ballo dalla tua capigliatura spunterà il quadrifoglio donato, allora capirò di aver trovato il grimaldello per far breccia dentro il tuo cuore e non potrai più indugiare….>>-

Con queste parole, il cavaliere Errante si era accomiatato durante l'incontro galeotto avuto con la nobildonna, lasciandole nel palmo della mano il prezioso monile.

La Dama Azzurra accarezzava meditabonda le pietre blu, scrutando la sua anima su quale decisione da assumere : restare impettita e arroccata dietro il suo orgoglio contro chi aveva osato tanto, oppure cedere alle languide suggestioni del proprio cuore e sognare un ballo senza fiato con il misterioso cavaliere.

gioiello

Ma come il lettore saprà, i desideri corrono più veloci dei pensieri, e in un battibaleno l'opalescenza della luna piena fece capolino tra i torrioni del maniero di Azzurronia : tutto era febbrilmente in attesa di accadere e il salone da ballo in tutta la sua magnificenza raccoglieva i primi invitati, assorti a commentare il colore dell'abito, lo sfoggiare di un gioiello, le invitanti scollature, il tutto condito da un affastellarsi di riverenze cortigiane, di maliziosi sorrisi o di occhi imperscrutabili.

Il Salone del Delfino rappresentava il fiore all'occhiello del palazzo quanto alla fastosità dell'arredamento e quanto alla magnificenza artistica : il salone era finemente abbellito da tappezzerie floreali, che richiamavano il rigoglioso periodo primaverile dei campi; e poi stucchi , bassorilievi, scranni dorati, lampadari della preziosissima cristalleria di Boemia dalle sfaccettature multiformi, ove si riflettevano in mille coriandoli di luci i volti di dame e cavalieri impegnati in turbinanti balli.

Sulla parete accanto al camino, vero e proprio gioiello architettonico arricchito da maioliche azzurre sulle quali era impresso lo stemma nobiliare del Delfinato, capeggiava imperioso il dipinto del Mantegna , intitolato “ Il Trionfo delle Virtù”, tanto amato dalla Dama Azzurra.

Nello scenario scompigliato delle figure allegoriche , la Dama Azzurra immergeva le proprie pupille smeraldine, beandosi della vittoria trionfante della spavalda Minerva, che con risolutezza ricacciava uno stormo di cupidi, spesso artefici di invidie e bramosie carnali.

dipinto

Un gruppetto di nobildonne si erano riunite proprio accanto il camino, parlottando assiduamente con tono affettato sui ricchi tessuti dei sontuosi abiti . << oh di grazia Baronessa Zuccherina , le sta d'incanto la zimarra vermiglia, e con quale disinvoltura le cadono sulle spalle i boccoli corvini >> ammiccò Lady Roseline ; << quanto a magnificenza non è da meno Lady Roseline, il suo corpetto ocra è splendido e richiama il biondo fluttuare del grano in un meriggio assolato: e che dire della sue trecce impreziosite dalle perle. Non è che vuole catturare sguardi indiscreti?>>, rispose di rimando la Baronessa . << Giammai, non sono avvezza a frivolezze, preferisco i segreti non rivelati e celati in sempiterna memoria. Custodisco gelosamente parole trascinate nei flutti ventosi, mi rincuoro ora di immagini vivide e mi rattristo ora di bisbigli sbiaditi >>, rimbrottò Lady Roseline, che aggiunse << anche lei lady Orecchietta il suo velluto morbido di color pervinca le dona un aspetto regale>>. << Vedo che ci siamo tutte rammentate di indossare il fiocco azzurro, come prescritto dal capitolo del Palazzo>> chiosò Lady Orecchietta, che nascondeva sotto un fiocchettino azzurro -oro l'ampollina contenente la temibile pozione. << Insomma devo badare a tutto !!! quello sciagurato di Ramon , come suo solito, si nasconde dietro i tendaggi per eludere i miei comandi. L'avete forse scorto? >> tuonò Donna Orchidea avvolta in una gonna di preziosa seta rossa. << Ehhh si sa che quel briccone fissa il suo famelico sguardo sulle scollature delle dame, ritraendosi in ogni angolo atto a celarlo. Sarà già ebbro di visioni rotondeggianti, smanioso com'è!!! >>, incalzò con perspicacia femminea Lady Perigliosa, che indossava un elegantissimo broccato verde-oro, decorato con un fine motivo di foglie e fiori. << Avete visto quel ribaldo di Lestofante Pellaccia ? dopo l'armistizio con il feudo e il braccio offerto a Lady Baldanzosa girovaga tra le sale con fare nobile, tutto ossequioso di riverenze. Ma non mi incanta quel manigoldo per un bacio rubato!!! >>. continuò la nobildonna. << Non c'è da stupirsi che la fine di un duello abbia portato a un bacio galeotto. Non è forse un duello anche l'amore? E non è detto che lo sconfitto si riveli poi tale..... >> osservò con prontezza Lady Masciarina, che ovviamente indossava l'elegante dono fatto recapitare il giorno prima da un emissario del Duca Latitantecco.

Fecero la loro comparsa i primi regnati giunti dai confini vicini e le parole ben presto si confusero e si perdettero nelle melodie degli orchestranti, dirette dalla maestria del musico Panchinarus da Bled , splendido nella sua livrea porpora.

I suoni armoniosi di flauti e viole cadenzavano un ritornello magnetico per Lady Sidera anch'essa fasciata in una splendida veste color porpora con una veletta imperlata sulla scollatura, tanto che la stessa esclamò << quali fieri lineamenti e quale leggiadria nei movimenti della mano!!!! Le sue note volteggiano come nastri di seta portati dal vento. Devo avere un ballo da quel delizioso maestro Panchinarus da Bled >>. << Dice bene Lady Sidera, il portamento è veramente eccellente >> sorrise con malizia Lady Masciarina.

Improvvisamente dagli spartiti, come per augusta premonizione, si levarono toni sempre più imperiosi e altisonanti, preannunciando l'ingresso del Re aragonese Maximus, insieme ad una schiera di valletti variopinti e di nobildonne altezzose.

Il banditore Gintonicus diede tre colpi veementi di bastone sul pavimento ligneo per attirare l'attenzione degli astanti, ma siccome era molto prossimo a un tendaggio andò a colpire inavvertitamente il piede di ramon, che emise un ululato di strazio. << Che diamine state attento con le vostre carabattole !!!!>> . << Taci, specie di sentinella capace solamente di scrutare orizzonti tondeggianti. La colpa è solo tua , spinto sempre a cercare angoli reconditi dove far volare l'immaginazione >> Replicò austero Gintonicus.<< E allora? Avrete certo notato la Dama Azzurra >>. Ma Gintonicus replicò << Avete di certo consumato la vista nell'intravedere la scollatura>>.

La sagoma indomita del condottiero avanzava a passi misurati verso il centro della sala e con fierezza sprezzante il sovrano posò lo sguardo sul luccichio dei lampadari, quasi noncurante della folla che lo attorniava. Era un uomo alto , il volto affilato e ricoperto da una sottile barba ispida. Gli occhi neri accusatori e serrati in due fessure indomite, non lasciavano presagire nulla di buono.

Lady Perigliosa strabuzzò gli occhi di sacro timore reverenziale e persino l'ampollina, artatamente nascosta da Lady Orecchietta, sembrava essere in preda a un ribollio, tanto da procurarle un fastidioso prurito.

Il re con solennità si mise a sedere in uno scranno , aspettando l'evolvere degli eventi con fare circospetto e per nulla dissuaso che una “ cortigianeria “ di ballo avrebbe mutato i suoi pensieri di conquista del piccolo feudo

Il portone intarsiato in brunastra radica si spalancò , come se un vento impetuoso avesse fatto la sua comparsa improvvisa nel salone ed ecco il corteo della dama Azzurra far capolino con disarmante magnificenza, già accompagnato nei giardini da una folla riverente di servitori inappuntabili, di dame gioiose e di baccellieri infervorati, che con gaiezza lanciavano petali di rosa al Suo incedere.

La dama azzurra indossava con estrema eleganza un damascato blu dal taglio scampanato molto lineare, con un corpetto tagliato in vita e tutto ricamato a bande con fili d'oro, con larghi spallini rigonfi e imbottiti, dove inserti di morbida seta azzurrognola facevano risaltare la sua carnagione e il colore scuro dei capelli intrecciati in un chignon, reso fluttuante da nastrini di argento e da una veletta blu orlata d'oro. Su di esso troneggiava il prezioso fermaglio a forma di quadrifoglio e la figura della dama Azzurra finiva per essere ancor più impreziosita dalla cintura d'oro, costellata da clessidre e sfere traforate, i cui contenuti celavano profumi delicatamente floreali.

La Dama Azzurra aveva scelto, invece della solita gorgiera, una diadema di perle e smeraldi, il cui luccichio ben si accordava con lo splendore dei suoi occhi.

Al suo seguito sfilavano le due sorelle la Duchessa Isolina, graziosa nella sua mussola verde marino e la Contessa Dolce, arrembante nella seta color fuoco.

La Duchessa Isolina bisbigliò alla Dama Azzurra << Fai vedere la tua luce al tenebroso ispanico.. e cadrà ai tuoi piedi >>.

Il drappello di dame e cavalieri si aprì a ventaglio all'avanzare della dama Azzurra , che si fermò proprio davanti allo scranno del Re Aragonese.

Sfidando ogni convenevole tradizionale come era solita fare, la Dama Azzurra lo Fissò negli occhi con intensità scrutatrice senza alcun inchino di riverenza e poi voltò improvvisamente il capo verso il maestro Panchinarus da Bled, il quale, annuendo, diede vita ad una rocambolesca quaternaria, dove i ballerini sapientemente eseguivano in forma alternata ombreggiature e ondeggiature.

La Dama Azzurra ad ogni giravolta porgeva lievemente la mano al Re Maximus, estasiato dai modi gentili e raffinati della nobildonna, la quale con incalzante ardore proferì queste parole << Sovrano d'Aragona , vedo che ha avuto la compiacenza di accettare l'invito al mio umile ballo. Sente la musica come rende ogni cosa armoniosa? Potrebbe, Sua Signoria, pensare che ciò che distingue un Sovrano illuminato non è tanto la sete di potere, quanto il rispetto per l'ordine della natura. D'altronde, non esiste cosa immaginata che la natura non l'abbia già creata. E quindi... che giovamento potrebbe portare il gladio e il fuoco, se non la distruzione e la miseria di tale immaginazione ? >> .Re Maximus guardò la Dama Azzurra con aria interrogativa << Dama Azzurra i sofismi esistenziali non sono efficaci per reggere un trono, Tuttavia … arguisco dalle Sue parole che nutra speranze di armistizi o di alleanze >>. . Di rimando La Dama Azzurra << Lei pensa che la sua fierezza possa in qualche modo scalfire la mia perseveranza? Sappia che una donna ben può indurre ad atteggiamenti maggiormente riflessivi anche grandi condottieri. Ciò anche senza piegarsi a minacce >>.

 stanza

La danza continuava senza posa con un salterello e ad un cenno della dama Azzurra, Lady Perigliosa con abilità felina sgusciò prendendo il suo posto come dama danzante. Il sorriso smagliante di Lady Perigliosa lasciò senza fiato il re Maximus << Inizio a pensare di risparmiare questo piccolo feudo, dal momento che una serie infinita di gemme si presentano stasera davanti ai miei occhi >>.

Frattanto le Dame danzavano con i rispettivi cavalieri in un turbinio di volteggi e giravolte : Messere Sesontius era estasiato dalla leggiadria dei movimenti della Baronessa Zuccherina. Lady Baldanzosa e Lestofante Pellaccia si muovevano con ardore quasi a rinvangare il duello passato, Lady Masciarina volteggiava insieme al Duca Lantitantecchio, Donna Orchidea aveva persuaso il Conte Neskarius a seguirla nella danza,controllando che le sue mani sin troppo audaci non stringessero con eccessiva foga il proprio corpetto, Donna Mousse era tutta una smanceria con mastro Max, lady Orecchietta tentava di guidare i passi di un impacciato Mestofilus Focus, suggerendogli a gran voce equazioni astruse per rammentare i movimenti, la Contessina Buffina nella sua seta finemente dorata saltellava con grazia insieme ad un compassato Sir Anarchicus, la Baronessa Dulxblonde nel suo vestito porpora ad ampie falde aveva occhi solamente per Sir Bastard, la Marchesina Vania avvolta nel suo corpetto di velluto verde si lasciava trasportare dai movimenti aggraziati di Sir Simterk, l'aitante Duca Cobrantibus si divertiva in un contropasso con la nobile dama Margareth agghindata di rosso vermiglio, l'isolano Conte Cristianesio aveva finalmente ceduto alle insistenti lusinghe della Contessa Nigrastregonia, affascinante nel suo abito nero con gigli dorati impressi a motivo.

Lady Sidera si avvicinò al suo musico preferito, facendo intendere le sue intenzioni passionevoli e subito il gesticolare del maestro aumentò di rapidità in preda ad una fibrillazione, tanto che il salterello diventò una forsennata danza dai ritmi appena sostenibili, che fecero la sua prima vittima in Mefistofulus Focus incapace a tradurre il nuovo algoritmo di passi suggerito da Lady Orecchietta : l'astronomo rovinò contro un tavalino su cui erano state sistemate in maniera impeccabile le pasterelle del famoso pasticcere Messer Enkius.

Solamente Lady Roselyne era rimasta in disparte accigliata e intenta a cogliere il momento propizio per agevolare il passaggio dell'ampollina contenente l'intruglio fanciullesco a Lady Perigliosa.

La Dama Azzurra osservava soddisfatta la mirabile scena della danza, resa movimentata dal fluttuare dei nastri azzurri, che portavano tutte le dame quale segno distintivo dell'ospitalità della casata, e al contempo si inebriava della soavità musicale diffusa in tutto il salone , quando improvvisamente apparve sul davanzale della bifora una poiana con un fiocchetto azzurro legato ad un artiglio.: il rapace era latore di un messaggio che prontamente la Dama Azzurra lesse srotolando il piccolo carteggio: << scriverò un rinnovato spartito, che sappia arrestare il tempo musicale in un infinito abbraccio per sentire il battito del tuo cuore…...>>.

Quella che non si arrestava era la cavalcatura del Cavalere Errante, che di gran carriera si dirigeva alla volta del Maniero di Azzurronia.

 

CAPITOLO SESTO

LA DIROMPENTE ONDA AZZURRA…..

******

Come nell'improvviso moto dell'arricciarsi degli angoli della bocca al dispiegarsi di un sorriso, così il piccolo cartiglio sfuggì dalle dita della Dama Azzurra, arrotolandosi con un leggero fruscio su se stesso.

La nobile Dama sentì un fremito nel pensare che di lì a poco il Cavaliere Errante avrebbe potuto fare la sua comparsa, non disdegnando di certo di invitarla alle movenze languide di un ballo.

Il vento ululava sospiri sommessi all'interno delle volte marmoree del palazzo, che bucavano le tenebre notturne riflettendo la luce lunare scintillante : ogni suono si era fermato fuori dalla reggia e solamente il veloce scalpitio del destriero del cavaliere Errante rimbombava con tonfo sordo, come se fosse propagato in innumerevoli echi dentro una oscura caverna.

Lo stesso suono che si avverte nei cuori palpitanti di sferzante attesa di un gesto benevolo, di una carezza live come un battito di ciglia, di una parola mescolata al salino lacrimare degli occhi.

Lo sfuggire dolce al proprio ardore sincero verso quali ineffabili mete avrebbe condotto la Dama Azzurra? La storia propria è vergata in modo singolare come i solchi sul palmo delle mani, il cui tratteggio è sempre originalmente distinguibile rispetto a quello di altre mani.

Le rovine e i calcinacci caduti dentro l'anima della Dama Azzurra dovevano essere rimossi, le campane del Regno dovevano non più essere cadenzati da rintocchi immobili e lenti, come in una marcia stonata durante una luminosa giornata di aprile.

<< Apri le Tue palpebre Dama Azzurra !!!, bevi la mia essenza con i tuoi occhi!!! Il tempo non potrà corrucciare la Tua memoria di quei piccoli passi gentili. Senti il mio profumo come quello di un lenzuolo steso al sole? Quanti segni dovrò ancora inviarti Dama Azzurra , affinché tu riconosca e scelga la chiave con cui aprire lo scrigno prezioso della vita? >> Tali parole risuonavano nella mente del Cavaliere Errante e rimbalzavano sorde sulle sue labbra tumide, mentre si erpicava con abilità sorprendente sulla balaustra prospiciente il salone da ballo.

Frattanto il re Aragonese era distolto dalle sue mire bellicose dalla affascinante conversazione di una astuta Lady Perigliosa, che con toni di lepida affabulazione decantava il portamento fiero del condottiero << Comprendo bene, mio Sovrano, che la terra d'Aragona che Vi ha dato i natali, mai ha avuto nel suo novero dei sovrani, una simile persona di una caratura così maestosa. Ora un Regnante di così alto lignaggio e di intelligenza superba, non potrebbe non considerare che le alleanze di questo piccolo feudo di Azzurronia non siano motivo di alta considerazione per un raffinato stratega politico. Potrebbero tali alleanze fare la fortuna dei delicati equilibri fuori dei turbolenti confini e assicurare una insperata prosperità per lungo tempo >>.

Il sovrano chiosò alla dissertazione della Dama << Certamente le Sue doti persuasive, mia cara Dama, non sono trascurabili e Voi sapete parlare con grazia e con sagacia pungente più di qualsiasi altro Consigliere del Regno. Che pensereste se Vi facessi l'offerta di entrare nella mia Corte come tessitrice delle intricate trame politiche? Avrete senza dubbi favori e protezione a profusione >>.

Lady Perigliosa rimase stupefatta, ma in cuor Suo scorgeva negli occhi del Sovrano un recondido desiderio di avere al suo fianco, durante le sue ardimentose conquiste , gli occhi suadenti della nobildonna << Mio sovrano Lei mi rende attonita di fronte ad un privilegio di cotanta misura. Bando a facezie e ad amenità!!! Innalziamo i calici alla buona sorte e suggelliamo l'armistizio di pace e i buoni uffici vicendevoli tra i due regni!!!!>>.

Come manifesta tutta la sua impertinenza una fanciulla noncurante dell'altrui attenzione stringendo con svogliatezza le proprie spalle, così con meticolosa abilità Lady Roseline versò l'intruglio magico, frutto dell' opera sapiente di Lady Orecchietta e del Sommo Mefistofulus Focus, nel calice regale, attendendo che l'Aragonese Maximus ingurgitasse il “ fanciullesco” nettare.

Come all'improvviso fragore di un' onda che si frammenta nella scogliera in argentini corpuscoli di bianca spuma, segue il momento di quiete della sibilante risacca, così al baldanzoso contrapasso degli orchestranti, irruppe nel salone da ballo un interrogativo silenzio, allorquando fece la sua comparsa inaspettata il Cavaliere Errante.

Gli occhi imprescrutabili e scuri come la pece del Cavalier Errante concentrarono la loro attenzione solamente sulla flessuosa figura della Dama Azzurra e con una riverenza appenna accennata il medesimo porse la mano con l'impazienza di colui che, assetato, si protende al cospetto dello zampillare di una fontanella.

La Dama Azzurra finse un'aria disinteressata e sostenuta nell'accettare l'invito, ma in cuor suo avvertiva che il magnetismo di quell'uomo sprigionava una forza attrattiva irresistibile : la musica prese forma lentamente in uno stuolo di note leggiadre e gli astanti restarono attoniti a deliziarsi delle mirabili figure danzanti disegnate dalla coppia.

Lo sguardo intenso e smeraldino della Dama Azzurra cercava di carpire i segreti di quell'enigmatico viso, ma non una mimica facciale, non un cenno chiarificatore di un fugace sorriso lasciava trasparire il Cavaliere Errante, che invitava implicitamente la sua dama ad abbandonarsi alla gioia crescente e alla soavità incalzante dei suoni. L'armonia era manifesta nello sfiorarsi delle mani, il ritmo danzante aveva raggiunto alte vette e si trasfigurava nell'immagine roteante dell'abito della Dama Azzurra, come se fosse avvolta in una baluginante cascata di riflessi argentini e dorati.

La scena aveva indotto gli invitati ad alzare i calici e ad accompagnare il ballo con il tintinnio accennato delle cristallerie percosse lievemente dalle posaterie, che ben si accordava al tripudio degli spartiti.

dama

Eppure, l'atmosfera che avvolgeva i Due era permeata da un non so che di familiare, per nulla voluttuoso, ma piuttosto connotato da rimembranze di materni abbracci e di tenere carezze su riccioli ribelli.

Anche il re Maximus era rimasto abbagliato dalla scena delle due figure danzanti e aveva portato alla bocca lentamente il calice avvelenato dalla misteriosa pozione : le labbra si dischiusero e il liquido discese inondando le papille regali, ma non seguì nessun effetto di regressione puerile, anzi il sovrano improvvisamente strinse a sé Lady Perigliosa, che compiaciuta, si lasciò avvinghiare dalle nerborute braccia del condottiero.

Che cosa era accaduto ? Lady Orecchietta e Lady Rosaline strabuzzarono gli occhi e con un cenno interrogativo aggrottarono la fronte. << Non capisco, la pozione avrebbe dovuto avere un effetto immediato e il re avrebbe dovuto iniziare a dimenarsi come un neonato in attesa di suggere il latte materno >> esclamò Lady Orecchietta. << Siamo sicuri che le dosi degli ingredienti siano state misurate con sapienza? Qualcosa è andato per forza storto >>. Soggiunse Lady Roseline. << Proprio non mi capacito!!! abbiamo centellinato le erbe nel miscuglio con la stessa perizia di un orafo che utilizza la polvere d'oro per le placcature >> Replicò Lady Orecchietta.

D'un tratto le due dame si voltarono verso i tendaggi di una bifora da dove provenivano strani suoni di vagiti lagnanti. Con sorpresa le stesse, scostando un poco il tessuto damascato dei paramenti, si avvidero del giullare Ramon che scalciava come un forsennato e strillava come un ossesso, implorando protezione dal mago tenebroso << Aiutoooo! Non fatelo avvicinare mi vuole rapire e sciogliere nella brodaglia del suo pentolone magico >> strepitava Ramon, gesticolando all'indirizzo di Mefistofulus Focus, che lo fissava con ilarità << Ahahaahhaa, Si vengo a prenderti e diventerai l'ingrediente fondamentale per la nuova pozione contro la gotta>> Tuonò minaccioso l'astronomo . << Volete darmi lumi sull'accaduto? >> Rimbrottò perentoria Lady Roseline, mentre cercava di tranquilizzare la vittima del sortilegio, infilandogli a forza il pollice di costui per farlo zittire. << Ebbene, ho preparato due pozioni, di cui una già conoscete i suoi effetti e di cui avete una chiara dimostrazione innanzi ai Vostri occhi. L'altro intruglio è stato, invece , commissionato da Lady Perigliosa per facilitare….. insomma l'ardimento focoso dell'Aragonese, anche se a ben veduta non ne ho scorto la necessità oggi al ballo, dal momento che il sovrano era stato già abbagliato dalla famelica voluttà della Dama. Poi questo sconsiderato mi ha sottratto il calice, dove avevo versato l'intruglio “ fanciullesco”… sapete per ogni evenienza. Non me ne sono accorto se non dopo l'udire del primo piagnisteo. Comunque non temete, ho già preparato l'antidoto, anche se non mi dispiacerebbe mettere “ il fanciullo “ in castigo per un paio d'ore >>, raccontò divertito Mefistofolus Focus, il quale aggiunse fregandosi le mani compiaciuto << Guardate !!! Il re Aragonese sta sottoscrivendo tra un calice e l'altro l'armistizio con il Feudo di Azzurronia>> .

ampolla

In effetti, il Sovrano si era convinto che la pace tra i due regni sarebbe stata più proficua e avrebbe assicurato maggiore solidità ai confini del Suo dominio.

La festa, dunque, proseguiva lietamente nel grande Salone, ma la Dama Azzzurra e il Cavaliere Errante avevano lasciato il chiassoso consesso per dirigersi nel più apppartato salottino denominato “ La Cisterna”, poiché l'ambiente era caratterizzato dall'insolita pavimentazione parzialmente vitrea , da cui si scorgeva una cascata di acqua sorgiva gettarsi in una ampia vasca, il tutto contornato da imponenti affreschi raffiguranti ora il mare in burrasca, ora la quiete della bonaccia, tanto da venire ribattezzato “ il salone della dirompente onda azzurra”.

I volti si incontrarono proprio davanti alla grande specchiera dorata; per un attimo il tempo consumò tutti i granelli di sabbia della clessidra contrariamente al consueto scandire del loro lenta caduta da un'ampolla all'altra; i colori si tramutarono in tenui tinte pastello, i suoni delle danze eccheggianti in lontananza si acquietarono .

Tutto era immoto , solo la Dama Azzurra strinse tra le dita affusolate lo scintillante filo di perle, aspettanto il momento tanto atteso di due innamorati speciali.

La specialità di un tenero abbraccio, quando il Cavaliere Errante con un sorriso serafico allargò le braccia, lasciò alla Dama Azzurra un imperituro tepore e un soave profumo di pelle delicata.

Poi la Dama Azzurra si voltò repentinamente all'indirizzo dello specchio e non vide più i loro volti riflessi, ma due gocce d'acqua che si fondevano in una distesa placida, lasciando infiniti cerchi concentrici, come lo spandersi pulsante della vita.

La Dama Azzurra sentiva nelle sue vene lo scorrere impetuoso della forza dell'anima del Cavaliere Errante, che non si era dissolta in una immaterialità senza significato, ma era vivida e guizzante come lo era stato il Cavaliere Errante nei suoi giochi fanciulleschi di indelebile memoria.

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Una traccia lascata non di struggente malinconia, ma di coraggiosa presenza nel vivere quotidiano; solo allora la Dama Azzurra accarezzò lo specchio come se volesse catturare quell'intima unione delle gocce e a poco a poco nella sua mente si diradò la polvere di dolorose macerie per lasciare spazio alla consapevolezza che Lui era il Suo Cavaliere, il quale non avrebbe più vagabondato, ma sarebbe stato il suo stesso ammirare l'alba mattutina, il suo stesso respirare l'aria pungente invernale, il suo stesso annusare l'odore del salino sulle scogliere frastagliate, il suo stesso cavalcare sul dorso della fidata giumenta.

Memtre le piccole particelle d'acqua si uniformarono nella distesa placida, si materializzò sullo specchio la figura dolce di un fanciullo, scompigliato nella capigliatura e furbesco nel sorriso : La Dama Azzurra avvicinò il viso alla specchiera e avvertì un brivido, quando le labbra del piccolino sfiorarono la sua guancia, lasciandole un profumo di biscotti e di battufoli di cotone.

Era il momento di eternità….. La Dama Azzurra serrò l'essenza di quell'istante nella sua mano felicemente appagata di quell'onda azzurra riversata nel suo cuore.

 

 

FINE